Il Palazzo della Prefettura apre le porte ai cittadini e svela le stanze sconosciute ricche d'arte, di storia e di valore istituzionale
Nell'ambito della manifestazione 'I Palazzi delle Istituzioni si aprono alla città", in occasione del 25 Aprile, il Prefetto Raffaele Ruberto ha aperto al pubblico il Palazzo della Prefettura di Torino
Nell'ambito della manifestazione "I Palazzi delle Istituzioni si
aprono alla città", in occasione del 25 Aprile, il Prefetto
Raffaele Ruberto ha aperto al pubblico il Palazzo della Prefettura
di Torino, uno degli edifici più belli e ricchi di storia della
città e d'Italia.
Tutt'altro che marginali nella zona di comando dei Savoia, gli
ambienti del Palazzo della Prefettura conservano una preziosa
testimonianza del glorioso passato di Capitale della città: qui
avevano luogo le Segreterie di Stato del Regno di Sardegna prima, e
del Regno d'Italia poi, ovvero i ministeri degli Affari Esteri,
degli Interni, della Guerra e delle Finanze nonché l'ufficio del
Presidente del Consiglio Conte Camillo Benso di Cavour.
Dal 1997 il Palazzo, in quanto parte del sito seriale UNESCO
Residenze Sabaude, è iscritto nella Lista del Patrimonio mondiale
dell'umanità, pertanto in città esso è immediatamente
identificabile, la sua radice è precisa e l'attenzione che la
popolazione già porta verso il patrimonio storico-artistico della
Piazza che lo ospita, Piazza Castello, è un'attenzione corale e
significativa.
Tuttavia in pochi lo conoscono perché le sale storiche, a
differenza delle altre Residenze Sabaude, di regola non sono aperte
al pubblicoin quanto utilizzate per fini istituzionali.
L'idea del prefetto Ruberto è che invece il Palazzo, che per più di
due secoli ha accompagnato la storia d'Italia e che dal 1866
continua ad essere punto di riferimento per i torinesi come sede
della Prefettura debba, almeno in alcune ricorrenze dal profondo
valore identitario nazionale, essere condiviso con i cittadini e,
così, idealmente restituito alla città.
Per sottolineare questo rapporto il Prefetto ha disposto l'apertura
del Palazzo alle visite con un percorso particolare. Ieri
pomeriggio decine di visitatori su prenotazione e accompagnati da
guide (volontari delle istituzioni coinvolte, insieme con gli
studenti dell'Istituto Norberto Bobbio di Carignano impegnati in un
progetto di alternanza scuola-lavoro) hanno potuto visitare
sia le sale di maggiore pregio storico-artistico, scrigno di
curiosità e aneddoti della storia italiana, espressione
dell'operosità, della creatività e del genio degli italiani, sia
allo stesso tempo conoscere la sede in cui il Prefetto di Torino
svolge le sue funzioni, incontra le cariche istituzionali, gli
esponenti della società civile, i cittadini.
Il percorso ha previsto, oltre alla Galleria affrescata dal
bolognese Pelagio Palagi che si apre in cima allo spettacolare
scalone d'onore di Benedetto Alfieri, un affaccio sull'infilata
delle sale di rappresentanza, allestite sempre da Alfieri e
affrescate da Francesco Gonin, arredate con i migliori pezzi
provenienti dal mobiliere di Palazzo Reale e dalle Raccolte Civiche
culminante nell'ufficio che fu di Camillo Benso Conte di Cavour,
una piccola stanza dalle pareti blu, la più vicina a Palazzo Reale,
rimasta intatta dalla sua prematura scomparsa nel 1861, dove egli
lavorava e coltivava il sogno unitario. Tante le curiosità come la
piccola porta segreta, alle spalle della sua scrivania, da dove si
può raggiungere Palazzo Reale. Anche l'ufficio del Prefetto è stato
aperto al pubblico.
L'iniziativa sarà replicata il 2 giugno, festa della Repubblica
italiana, e il 4 novembre, giornata dell'Unità Nazionale e delle
Forze armate.
Per saperne di più:
Il Palazzo inizialmente era stato destinato ad accogliere le
funzioni amministrative. Il primo progetto si deve ad Amedeo di
Castellamonte ed è contenuto nelle tavole del Theatrum Sabaudiae
(1682). Il cantiere fu però interrotto poco dopo l'avvio delle
fondazioni, per essere ripreso soltanto nel 1731 da Filippo Juvarra
incaricato da Vittorio Amedeo II. Juvarra aggiornò il progetto
adeguandolo alla nuova funzione dell'edificio, destinato ad
accogliere le Segreterie del Regno di Sardegna, ovvero i ministeri
degli Affari Esteri, degli Interni, della Guerra e delle Finanze,
che costituivano il vertice dell'apparato centrale di governo del
sovrano. Nel 1738, due anni dopo la scomparsa di Juvarra, il nuovo
architetto regio Benedetto Alfieri assunse la direzione della
fabbrica, lavorando in continuità col suo predecessore.
La destinazione ministeriale, amministrativa del palazzo rimase
tale anche durante la dominazione francese, cosi come durante la
restaurazione e nell'epopea risorgimentale. Dopo l'Unità d'Italia e
il trasferimento della capitale nazionale a Firenze, nel 1866, il
Palazzo delle Segreterie fu destinato ad uso pubblico, divenendo la
sede della Prefettura di Torino.
Data pubblicazione il 27/04/2023
Ultima modifica il 05/10/2023 alle 20:32
Torna ad Accesso veloce alle sezioni